#Kurdistan – 22 ANNI FA OCALAN VENIVA SEQUESTRATO: I CURDI NON DIMENTICANO – di Gianni Sartori

Abdullah Ocalan come Nelson Mandela, come Antonio Gramsci…

Ma anche come Mumia Abu-Jamal e Leonard Peltier (cadeva all’inizio di febbraio il 45° anno dalla sua cattura e detenzione: Indian Lives Matter?).

L’analogia più calzante (senza ovviamente togliere niente agli altri prigionieri politici, tutti degni del massimo rispetto) rimane forse quella con Mandela. Sia per le continue mobilitazioni a favore della sua scarcerazione, sia per il ruolo che il fondatore del PKK potrebbe assumere nella prospettiva di una soluzione politica del conflitto turco-curdo. Come appunto avvenne in Sudafrica con il dirigente dell’ANC a lungo segregato a Robben Island (altra analogia con Ocalan rinchiuso nell’isola di Imrali).

Non a caso, quando venne sequestrato in Kenya, Ocalan stava per recarsi in Sudafrica dove Mandela lo aveva esplicitamente invitato.

Entrambi, il curdo e il sudafricano, prigionieri politici di lungo corso; entrambi un simbolo per i loro popoli. Con l’augurio, la speranza che anche per APO possano presto aprirsi le porte della cella.

Nel frattempo i Curdi non lo dimenticano.

Il 13 febbraio hanno manifestato in massa nelle strade e nelle piazze del pianeta denunciando il complotto internazionale che – 22 anni fa – permise di sequestrarlo e richiedendone la scarcerazione.

Tra le città in cui è risuonato il grido dei Curdi per la liberazione di Apo vanno menzionate in particolare: Parigi, Strasburgo, Norimberga, Roma, Sydney, Bruxelles, Brama, Nantes, Milano…

Ricordo che dal giorno della cattura l’esponente curdo subisce un isolamento pressoché assoluto nella famosa isola-prigione del Mar di Marmara.

Consentendogli solamente qualche rara, sporadica visita di familiari o avvocati.

L’ultimo breve incontro con un familiare risale al 3 marzo 2020 (dopo che nell’isola era scoppiato un incendio e si temeva per la sua sorte).

Risale invece al 27 aprile 2020 l’autorizzazione per una telefonata con il fratello. E queste misere concessioni soltanto grazie ad una intensa campagna internazionale. Da allora, il totale isolamento. Usque tandem?


Gianni Sartori