#KURDS #REPRESSIONE – ENNESIMA MORTE SOSPETTA DI UN PRIGIONIERO POLITICO CURDO – di Gianni Sartori

Non ci stanno i famigliari di Sinan Gencer. Non si rassegnano ad accettare per buona la versione fornita dalle autorità carcerarie. Stando alle dichiarazioni ufficiali, il loro congiunto – un prigioniero politico curdo – si sarebbe tolto volontariamente la vita.


Per la cugina di Sinan, Zeynep Gencer, “ci hanno detto che si è suicidato. Ci hanno anche detto che avrebbe lasciato una lettera, ma noi non l’abbiamo ancora vista.
Invece noi sappiamo che Sinan ci confortava e incoraggiava sempre. Diceva che un giorno sarebbe uscito dalla prigione e che insieme saremmo stati felici, avremmo vissuto ancora giorni belli. Pensiamo che ci stiano ingannando. Sinan finora non aveva manifestato di avere dei problemi, aveva anche partecipato a uno sciopero della fame…”.

Il suo cadavere era giunto nella mattinata del 23 settembre al centro medico dell’università Van Yuzuncu Yil Dursum Odabasi per l’autopsia.

Parenti e avvocati si erano immediatamente recati all’ospedale dove appunto venivano informati del presunto suicidio di Sinan. Suicidio, ripeto, su cui aleggiano fortissimi dubbi, non soltanto da parte dei famigliari.

Le vicende umane e politiche di Sinan Gercer ricalcano quelle di tanti giovani curdi entrati nella Resistenza in Bakur (territori curdi sotto occupazione turca).

Arrestato dopo un conflitto armato a Macka in cui era rimasto ferito, veniva condannato a due ergastoli. Rinchiuso ormai da quindici anni nella prigione di massima sicurezza di Van (da due anni in isolamento), si dedicava alla pittura, allo studio della lingua curda e a varie attività culturali.

Gianni Sartori

#IRELAND – Militante repubblicano arrestato, maltrattato e lasciato senza cure – di Gianni Sartori

Risale al 3 settembre l’arresto del militante repubblicano Gavin McKenna.

L’arresto – opera della polizia nordirlandese (RUC/PSNI) e definito “brutale” –  è avvenuto mentre  l’esponente di Sinn Féin Poblachtach si recava al lavoro. Sarebbe stata alquanto “brutale” (stando alle dichiarazioni di testimoni) anche la perquisizione nell’abitazione di McKenna, accusato di aver progettato un lancio di bottiglie molotov contro la polizia.

Ricordo che il Sinn Féin Poblachtach non è altro che il Republican Sinn Fein fondato da Ruari O’Bradaigh nel 1986 quando il Sinn Fein di Gerry Adams e Mc Guinness rinunciò all’astensionismo elettorale. E’ opinione diffusa che la Continuity Irish Republican Army (CIRA) – contraria agli Accordi di pace –  abbia rappresentato l’ala militare del  Republican Sinn Fein.

Dopo che gli era stata negata la liberazione sotto cauzione, l’arrestato – insieme ad altri tre presunti complici – veniva condotto nel carcere di Maghaberry  dove è rimasto in isolamento per due settimane.

Al momento di trasferirlo le autorità carcerarie hanno deciso di inviarlo non nell’ala di Roe assegnata ai prigionieri repubblicani, ma a Bann House dove sono rinchiusi detenuti lealisti (miliziani della comunità protestante, filo-inglesi)  e comuni. Qui – nel corso della perquisizione – sarebbe stato aggredito dalle guardie carcerarie.

Finora gli è stato consentito di comunicare con l’esterno soltanto con un paio di brevi telefonate.

Gavin McKenna, sofferente di una seria forma di ulcera allo stomaco, ha chiesto di essere visitato da un medico e di potersi curare con le sue medicine. Ma finora questo non gli è stato concesso nonostante gravi attacchi di vomito quotidiani.

Gianni Sartori

 

 

#DialogoEuroregionalista anno IV numero III

E’ IN USCITA IL n. 3/2020 di #DialogoEuroregionalista, rivista trimestrale edita dal Centro Studi Dialogo e diretta da Gianluca Marchi, che firma l’Editoriale.

La copertina di Yann Lorec dedicata al Dragone Rosso gallese.

Hanno collaborato con la Redazione: Stewart Reddin, Mel Farrell, Pierre Poggioli, Gianni Sartori, Albert Botran, Ruben Cela, Nye Davies, Xavier Diez, Antonio Manuel Rodriguez Ramos.

Sono inoltre presenti la puntata di #LiberaMe (di Frédéric Bertocchini, Miceal O’Griafa ( Miceal Celtwriter ), Michel Espinosa, Pascal Nino), la rubrica #PoesiaInLingua, dedicata al Patriota irlandese Padraig Pearse  e la rubrica delle nostre segnalazioni editoriali.

#SARDIGNA #SCUOLA – un comunicato di Corona de Logu

Pitzinnas istimadas e pitzinnos istimados, pitzocas istimadas e pitzocos istimados,

Care bambine e cari bambini, care ragazze e cari ragazzi,

 

su chi cumintzat oe est, pro seguru, s’annu iscolàsticu prus istranu de sa vida bostra comente istudiantes e de sa nostra comente amministradores. Oe, difatis, non si faeddat de libros, de matèrias, de letziones, de maistros o de professores: si chistionat de comente si diat pòdere istransire una maladia. Non nos fiat capitadu mai e tocat chi nos adatemus a sa novidade.

quello che inizia oggi è di sicuro l’anno scolastico più strano della vostra vita di studenti e della nostra esperienza di amministratori. Oggi infatti non si parla di libri, di materie e lezioni, di maestre e professori: si parla di come evitare una malattia. Non ci era mai successo e dobbiamo abituarci alla novità.

 

Una cosa bos podimus assegurare: nois sìndigos, assessores e consigeris amus fatu totu su chi podìamus pro bos agiuare. Amus faeddadu cun sos dirigentes iscolàsticos, amus cuntribuidu a cuncordare a nou sas àulas, amus pensadu a sa mensa e a su trasportu dae domo a iscola.

Di una cosa potete essere certi: noi sindaci, assessori e consiglieri abbiamo fatto tutto il possibile per aiutarvi. Abbiamo parlato con i dirigenti scolastici, abbiamo contribuito alla trasformazione delle aule, abbiamo pensato alla vostra mensa e al vostro trasporto da casa alla scuola.

 

Isperamus e bos auguramus chi andet totu bene. Semus seguros chi fintzas custu at a èssere un’annu iscolàsticu cun amighèntzias noas, esperièntzias bonas, tocheddos de coro e satisfatziones, connoschèntzias noas in totu sas matèrias chi ais a praticare in classe e in sos libros. Pro custu isperamus chi sos maistros e sos professores bostros bos content s’istòria de sa Sardigna e de su pòpulu suo, sa cultura nostra, e chi sos meses imbenientes cumintzedas una cosa noa: chistionade in sardu intre bois e cun sos professores, in classe. Pedide custa cosa, si non càpitat: est unu deretu bostru.

Ci auguriamo e auguriamo a voi che tutto vada per il meglio. E siamo certi che anche questo si trasformerà in un anno scolastico ricco di amicizie, belle esperienze, batticuore e soddisfazioni, nuove conoscenze in tutte le materie che troverete in classe e nei libri. Proprio perciò speriamo che i vostri insegnanti vi raccontino la storia della Sardegna e del suo popolo, la nostra cultura, e che facciate nei prossimi mesi una cosa nuova: parlare in sardo tra voi e con i professori, in classe. Chiedetelo, se non succede: è un vostro diritto.

 

Est unu momentu ditzosu. B’at oriolu, est craru, ma a imbènnere sos cumpàngios est semper bellu. Semus seguros chi a s’acabbu de custu annu amus a èssere prus ricos totus. Bois, mescamente, ais a èssere prus mannos e ais a megiorare: ais a crèschere. Pro praghere, agiuade a nois a crèschere, a sos mannos.

Questo è un momento felice. C’è un po’ d’ansia, è naturale, ma l’incontro con i compagni è sempre un momento felice. Siamo sicuri che alla fine di questo anno saremo tutti più ricchi. Voi, in particolare, sarete più grandi e migliori: crescerete. Per favore, aiutate a crescere anche noi adulti.

 

Bonas uras! Bona iscola!

Buon anno! Buona scuola!

 

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#IRLANDA : prigionieri irlandesi in sciopero della fame per solidarietà con un detenuto palestinese – di Gianni Sartori

Oltre una cinquantina di prigionieri  irlandesi (in gran parte militanti repubblicani, ma anche “comuni”) rinchiusi nella prigione di Maghaberry (Irlanda del Nord, un carcere tristemente ben noto a generazioni di Repubblicani) si sono uniti allo sciopero della fame del Dr. Issam Hijjawi Bassalat  per protestare contro l’isolamento imposto al detenuto palestinese dalle autorità carcerarie.

Originario della West Bank, in UK dal 1995,  Bassalat è considerato un militante antimperialista oltre che eminente esponente della sua comunità in Scozia. Il sessantaduenne medico palestinese era stato arrestato con nove militanti repubblicani in seguito a una operazione – denominata “Operazione Arbacia” – contro la New IRA (repubblicani dissidenti contrari agli accordi di Pace). Frutto di un’ampia collaborazione tra  Servizi britannici (MI5), polizia irlandese (Gardai), polizia scozzese, polizia londinese e centinaia di membri della PSNI (polizia nord-irlandese).

Afflitto da varie patologie (in questi giorni ha subito una IRM), il Dr. Issam Hijjawi Bassalat è attualmente rinchiuso a  Foyle House, prigione considerata pericolosa in quanto contaminata dal Covid-19.

Bassalat aveva avviato lo sciopero della fame il 16 settembre dopo essere stato nuovamente sottoposto all’isolamento.

E immediatamente i prigionieri irlandesi – repubblicani e non – sono entrati in sciopero della fame al suo fianco.

Dopo che gli è stata rifiutata anche la scarcerazione su cauzione, il medico palestinese dovrebbe ora far ricorso all’Alta Corte per poter rimanere in libertà, per quanto vigilata, fino al processo.

Al di là delle legittime riserve in merito alla  dissidenza repubblicana e all’antistorica pretesa di proseguire nella lotta armata (nel 1998 la New IRA si rese responsabile del criminale attentato di Omagh provocando una trentina di vittime civili) quella di Issam Hijjawi Bassalat è una situazione che richiama al rispetto per gli elementari diritti umani dei detenuti, politici e non, in attesa di processo.

Gianni Sartori