KURDISTAN – UN VERO ATTO DI EROISMO: SI INFILTRA IN DAESH PER LIBERARE LA SORELLA – di Gianni Sartori

yazidi

Sembra un romanzo, un film. Ma è una storia vera. Conclusasi decentemente, diciamo così (“felicemente” sarebbe un abuso, visto quello che ha dovuto subire Leyla dopo essere stata rapita dai fascisti islamici). Un gesto eroico comunque quello compiuto, a proprio rischio e pericolo, dal fratello della ragazza. La conclusione risale a qualche mese fa, ma solo ora si è venuti a conoscenza della drammatica vicenda e dei particolari della liberazione della giovane yazida.

Leyla era stata sequestrata a Shengal – insieme a migliaia di donne e bambini yazidi – dalle milizie del soidisant “Stato Islamico” nell’agosto del 2014. Qui Daesh aveva compiuto un autentico genocidio assassinando uomini, anziani e ragazzi.

Ricordo che per gli islamisti fanatici, i curdi yazidi sono eretici e quindi si possono schiavizzare impunemente (le donne almeno, per gli uomini si preferisce giustiziarli sul posto) senza incorrere nelle ire del profeta. Un po’ come – ai vecchi tempi – i nostri cristiani con i “pagani”.

Dopo quasi due anni trascorsi in quella sorta di inferno – dopo essere stata venduta e rivenduta varie volte come schiava sessuale – la giovane yazida era riuscita a procurarsi un telefono e a mettersi – segretamente – in contatto con i familiari. Aveva quindi potuto informarli di trovarsi a Raqqa nelle mani di Abu Hamza, un mercante di schiavi.

Spacciandosi per un militante di Daesh alla ricerca di una schiava yazida (e rischiando ovviamente di venir ucciso se scoperto), il fratello ha raggiunto la città in mano agli integralisti dove è riuscito a “comprare” la sorella per 500 dollari (tra l’altro – pare – in parte falsi in quanto non possedeva l’intera somma).

A questo punto, camminando senza sosta per tre giorni, i due giovani sono riusciti a lasciare di nascosto i territori occupati da Daesh e ricongiungersi con la famiglia.

Gianni Sartori

SPAGNA – un documentario per non dimenticare

Prodotto da Pedro Almodóvar, il documentario “Il Silenzio degli Altri” porta in primo piano le vittime della dittatura di Franco che, ancora oggi, stanno combattendo per avere giustizia. Un film che è uscito in Francia il 13 febbraio.

La sua voce è solo un respiro, un rantolo quasi. Strappato dal silenzio e dal peso degli anni, le sue parole hanno più forza. Concentrano l’ossessione di una vita, un’ostinazione estrema. María Martín aveva sei anni quando, il 21 settembre 1936, i sostenitori di Franco portarono via e liquidarono sua madre. Faustina López González fu sepolta in una fossa comune, su cui oggi passa una strada di Buenaventura, nella provincia di Toledo. Mai sua figlia è stata in grado di far processare i suoi assassini, non è mai stata in grado di dare a sua madre una dignitosa sepoltura. Mentre, per lei, i giorni pesano come anni,  si rifiuta di rassegnarsi. Sotto il sole alla fine della giornata, lascia cadere un mazzo di fiori sul ciglio della strada. “Come è ingiusta la vita! Non la vita…. Noi umani … siamo ingiusti “.

EUROPEE 2019 – Ahora Repùblicas – la coalizione indipendentista e repubblicana

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Presentato il logo della coalizione indipendentista e repubblicana che si presenterà sul territorio spagnolo in rappresentanza di ERC, BNG e EHBildu.

I colori richiamano quelli della Bandiera Repubblicana e hanno un forte significato di rappresentanza delle problematiche civili, sociali e politiche.

Il disegno  ricorda i fiori distribuiti dal prigioniero politico catalano Raul Romeva dalla finestra della sua cella.

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