#Elsass #SegnalazioniEditoriali – a cura di Bernard Wittmann

Tre volumi per approfondire il tema dell’ Alsazia e della sua Lingua:

“La Mensogne” – di Pierre Ederlé – ed. Jérome Do Benzinger

“Le livre Noir du jacobinisme scolaire – ALSACE – Une langue qu’on assassine – opera collettiva di Dominique Beinsteiner, Gérard Botz, Jean Eglin, Thierry Kranzer, Christiane Metzger-Maitre, Philippe Mourraux, Jean-Michel Niedermeyer, Jean Peter, Yves Rudio, François Schaffner, Bernard Schwengler, Joseph Schmittbiel, Henri Scherb, P.A. Steinmetz, Bernard Wittmann – ed. SALDE – Éditions5

“Karl Roos – un autre Dreyfus alsacien?” – di Bernard Wittmann – ed. Yoran Embanner

#INDIA #ColonialismoEconomico – LO STATO NON TUTELA I LAVORATORI, MA LI ARRESTA QUANDO SI RIBELLANO ALLO SFRUTTAMENTO – di Gianni Sartori

Lo Stato indiano – stando a quanto dichiarano i rappresentanti sindacali della fabbrica – non avrebbe tutelato minimamente gli operai (circa 15mila, ma in gran parte assunti tramite agenzie ad interim) dell’azienda del gruppo Awistron Infocomm Manufacturing – di Taiwan – che produce componenti per Apple iPhone SE2 (di seconda generazione) a Bangalore nello Stato del Kamataka. Tuttavia è intervenuto immediatamente per reprimerne una rivolta scoppiata dopo che da ben quattro mesi non ricevono lo stipendio (mentre, in compenso, venivano richieste ore di lavoro supplementari). Sottoposti a quello che un sindacalista ha definito “sfruttamento brutale”, i lavoratori denunciavano il fatto incontestabile che il governo ha consentito all’azienda di aggirare, eludere il rispetto dei loro diritti elementari.
 
Sono circa un centinaio i dipendenti dell’azienda arrestati a seguito dei “disordini” del 12 dicembre (in cui sono rimasti coinvolti oltre duemila operai), quando l’azienda è stata se non proprio saccheggiata, perlomeno messa a soqquadro, pesantemente colpita e danneggiata.
 
Il vice governatore del Kamataka – C. N. Ashwathnarayan – ha parlato di “violenza gratuita” e contemporaneamente ha promesso che in futuro “i diritti dei lavoratori saranno rispettati e gli stipendi arretrati verranno elargiti”.
 
Per ora il bilancio provvisorio è di diverse vetrate in frantumi e camere di videosorveglianza distrutte, così come lampade e ventilatori. Alcune auto sono state rovesciate e un paio date alle fiamme. Mentre “squadre speciali” sarebbero state inviate per vigilare sulla situazione, fonti governative hanno dichiarato che “la situazione è tornata sotto controllo”.
 
O almeno fino al prossimo “rigurgito luddista”.
 
 
Gianni Sartori

#VENETO #SegnalazioniEditoriali – “La Lega di Cambrai e la Serenissima” – nuovo volume di Ettore Beggiato

E’ appena uscito il nuovo volume di Ettore Beggiato “La Lega di Cambrai e la Serenissima”. 

L’autore che aveva sempre privilegiato l’ottocento veneto nelle sue ricerche, dal plebiscito-truffa del 1866 all’insorgenza veneta del 1809, dall’ultima vittoria della Serenissima a Lissa ancora nel 1866 alla Repubblica Settinsulare di Corfù nel 1800,  questa volta approfondisce una delle pagine più avvincenti nella storia della Repubblica Veneta che si sviluppò nel sedicesimo secolo. 

Nel 1508 attraverso la Lega di Cambrai l’intera Europa, eccezione fatta per l’Inghilterra, si coalizzò contro la Serenissima.  

Venezia si trovò ad avere “tuto ‘l mondo contra” e dopo pochi mesi, nella battaglia di Agnadello, subì una devastante sconfitta; “in una giornata, perderono quello che in ottocento anni, con tanta fatica, avevano acquistato” annotò compiaciuto il perfido Machiavelli.  

Tutto sembrò perduto per la Repubblica Veneta, l’esistenza stessa dello Stato Veneto venne messa in discussione; ma prima da Treviso e poi da Padova iniziò la riscossa che, nel nome di San Marco, si concluse con la riconquista di Verona nel 1517: la Serenissima, da sola, mantenne quasi inalterati i propri confini.   

Un trionfo dovuto alla saldezza dello Stato, a una straordinaria diplomazia, alla capacità dei suoi condottieri, alla fede cristiana, ma soprattutto all’incrollabile attaccamento a San Marco del contadino veneto, pronto a farsi impiccare dichiarando che  “era Marchesco e che Marchesco voleva morire, e non voleva vivere altrimenti” citando ancora il Machiavelli… se ci fosse una colonna sonora di questa pagina leggendaria della nostra storia veneta, in essa si sentirebbero le grida di “Marco, Marco!” e “Viva San Marco!”  

Il volume è nobilitato dalla prefazione di Lorenzo Del Boca, prestigioso storico, autore di importanti saggi sul Risorgimento, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti. 

La copertina è di Martina Tauro, il libro è stato curato da Editrice Veneta di Vicenza ed è in libreria a 12 euro. 

#MemoriaStorica #Veneto – Bassano del Grappa, cambiamo il nome a “Piazzale Cadorna” – di Ettore Beggiato

Avv. Elena Pavan 

Sindaco    

Bassano del Grappa  

 

Oggetto: Cambiamo il nome a “Piazzale Cadorna” 

 

Gentilissima Dottoressa,  

mi sono già rivolto ai suoi predecessori, Stefano Cimatti e Riccardo Poletto, senza alcuna fortuna  per la verità,  ma poiché la Sua Amministrazione è stata eletta anche in virtù di una forte discontinuità, politica e culturale, con le amministrazioni che l’hanno preceduta mi permetto di avanzare anche a Lei questa mia modesta proposta. 

La città di Bassano del Grappa è sicuramente uno dei luoghi-simbolo della prima guerra mondiale;  a Bassano e nel circondario numerose sono le testimonianze di quella che Benedetto XV  definì “l’inutile strage” e il “suicidio dell’Europa civile”: dall’area monumentale Monte Grappa al Tempio Ossario, dal Col Moschin al Ponte degli Alpini. 

Testimonianze della guerra sono naturalmente presenti anche nella toponomastica bassanese; in particolare vorrei soffermarmi sul piazzale dedicato a Luigi Cadorna. 

La figura del generale Luigi Cadorna è, da sempre, molto discussa 

Comandante supremo dell’esercito italiano fino alla disfatta di Caporetto, fin da subito si distinse per la scarsa o nulla considerazione della vita dei poveri soldati che mandava all’assalto senza nessuna protezione (e speranza) o per quelli che decimava senza alcuna pietà. 

“Cadornismo” fu il termine inventato da Antonio Gramsci proprio per definire quella lucida follia, quel trattare gli essere umani come “carne da macello”. 

Francesco Rosi, nel film tratto dal libro di Emilio Lussu “Un anno sull’Altopiano” mostra gli ufficiali austriaci che, dall’alto delle loro postazioni gridano “Basta, valorosi soldati italiani, non fatevi uccidere così”…. 

La retorica patriottarda ha sempre  caratterizzato il dibattito sulla prima guerra mondiale; ci sono però, negli ultimi anni segnali importanti: già nel 2009 Ferdinando Camon scrisse sul “Mattino” un significativo articolo chiedendo fosse cambiato il nome alla via Cadorna a Padova, così come a  Piazzale Cadorna  a Udine; e nel capoluogo friulano il sindaco Furio Honsell  e la sua giunta hanno accolto la proposta dell’intellettuale veneto. 

In diverse altre città la questione è ancora in corso e la discussione  è particolarmente vivace. 

Ecco perché,  signor Sindaco, mi permetto di sottoporre la questione alla Sua attenzione, sostituisca l’intitolazione a Luigi Cadorna, perché come ha scritto  Ferdinando Camon “Aver dato il nome di Cadorna è stato, ieri, un errore. Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa”. 

Distinti saluti.  

 

                                             Ettore Beggiato