#PARLAMENTO EUROPEO – intervento del deputato Matt Carthy (SinnFein)

Oggi nella seduta inaugurale del Parlamento Europeo, il giovane deputato irlandese Matt Carthy (eletto per lo Sinn Fein) si è rivolto al Presidente Tajani con un intervento in difesa degli eletti in Catalunya che non possono partecipare alle sedute dell’assise continentale.

Carthy ha anche parlato davanti ai manifestanti che dalla Catalunya e da altre parti d’Europa hanno raggiunto oggi Strasburgo.

fonte El Nacional.cat

 

#CORSICA – Progetto “GiuventĂą”

Cosa può unire un’associazione culturale, una casa petrolifera e un’associazione sportiva? La difesa della Lingua Locale.

SembrerĂ  una cosa assurda, ma in effetti questo è il “Prugettu GiuventĂą”: tramite la sponsorizzazione della casa petrolifera “VITO Corse”, l’Associazione Culturale “Praticalingua” ha tenuto dei corsi di preparazione nei confronti degli allenatori dell’ Associazione Sportiva “Furiani-Agliani”, in modo che gli allenamenti delle squadre giovanili siano fatti in Lingua Corsa.

Un passo in avanti nella difesa della Lingua Locale e per la sua diffusione nelle giovani generazioni.

KURDISTAN – LE FORZE DI LIBERAZIONE DI AFRIN (HRE) CONTRO L’OCCUPAZIONE – di Gianni Sartori

HRE

Assediata, occupata, rastrellata, passata per le armiEppure Afrin resiste.

Fin dai primi giorni dell’occupazione – marzo 2018 – resiste.

Un comunicato del 28 giugno emesso dalle HRE (HĂŞzĂŞn Rizgariya EfrĂ®nĂŞ) aggiornava l’opinione pubblica sulle ultime azioni di resistenza contro l’invasione turca nel Nord della Siria.

Sarebbero una quindicina (14 quelli accertati) i soldati turchi e mercenari islamici uccisi recentemente dai combattenti e dalle combattenti delle HRE nel distretto di Sherawa (Afrin). Molti altri sono stati feriti.

Due giorni prima (26 giugno), stando sempre al comunicato, le HRE avevano teso un’imboscata ad un convoglio militare che transitava nei pressi del villaggio di Basute. Un soldato turco era rimasto ucciso e sette feriti. Invece il  il giorno 27 la guerriglia aveva attaccato un gruppo di mercenari – al servizio dellaTurchia – appostati su una collina presso il villaggio di Kebashin (sempre nel distretto di Sherawa). Quattro di loro hanno perso la vita e qualche altro è rimasto ferito. Successivamente le HRE avevano attaccato i militari turchi insediati all’interno del villaggio. Da parte dell’esercito turco si sono registrate cinque vittime e un numero imprecisato di feriti.

Sempre alla fine di giugno i guerriglieri curdi hanno colpito una base militare utilizzata dagli integralisti islamici nei pressi di Kebashin e almeno tre jihadisti sono rimasti sul terreno. Contemporaneamente le HRE attaccavano un posto di polizia nel quartiere di Tirinde, nel centro di Afrin, abbattendo un altro integralista filo-turco.

Risulta particolarmente dura – e determinata – la lotta della resistenza curda contro gli integralisti integrati  – di fatto – come reparti dell’esercito turco.

Ancora in febbraio – il 23 –  le HRE avevano colpito con un’azione di sabotaggio alcuni veicoli militari che trasportavano miliziani islamici di Firqat al-Hamza mentre da Basufane si recavano a Birc Heyder (sempre nel distretto di Sherawa).

L’anno scorso, il 28 luglio 2018,  erano state le YPG ad eliminare un esponente di grosso calibro di Feylaq Sham, altro alleato strategico di Ankara nell’occupazione di Afrin. Questo gruppo in particolare sarebbe incaricato di operare una vera e propria pulizia etnica, terrorizzando gli abitanti, in vista della sostituzione con arabi sunniti organizzati dai salafiti. Un altro esponente di spicco, Jamal al-Zakhlool (noto anche come collaboratore del MIT, i servizi turchi) era stato eliminato dalle YPG nel maggio 2018.

Jamal al-Zakhlool si occupava della collocazione in Afrin delle milizie jihadiste che si erano ritirate dalla regione di Ghouta orientale.  Con l’aiuto del MIT, aveva instaurato un clima di terrore a base di sequestri, torture, esecuzioni extragiudiziali ai danni degli autoctoni. Talvolta i parenti riuscivano – e riescono –  a riavere vivi i loro cari sequestrati, ma soltanto pagando migliaia di dollari per riscattarli. Nel frattempo oltre 150mila persone sono sfollate da Afrin e molto difficilmente potranno rientrarvi.

 Gianni Sartori

La battaglia di Sadowa e il risorgimento italiano – di Ettore Beggiato

Sadowa

Il padre dell’unificazione tedesca, il cancelliere Otto von Bismarck sosteneva che il risorgimento italiano era, in realtà, figlio delle “3 S”, Solferino, Sadowa e Sedan.

A Solferino i francesi avevano sconfitto gli austriaci, a Sadowa i prussiani sconfissero gli austriaci e a Sedan i prussiani batterono i francesi; i Savoia in seguito alle altrui vittorie portarono a casa la Lombardia, il Veneto e Roma.

Il 3 luglio 1866 si svolse a Sadowa (Koniggratz) nella parte settentrionale dell’attuale Repubblica Ceca,  ci fu lo scontro fra l’esercito prussiano, comandato da H. von Moltke e quello austriaco guidato da L. von Benedek;   alla fine della giornata si contarono quasi 2.000 morti nell’esercito prussiano e oltre 5.700 deceduti in quello austriaco; l’esercito prussiano fece ben 22.000 prigionieri.

La battaglia di Sadowa fu determinante sui due fronti: a nord,  i prussiani vittoriosi posero le basi  per la grande confederazione tedesca, a sud,  nella guerra italo-austriaca gli italiani, infatti, pur sconfitti dall’Austria sia per terra (Custoza) che per mare (Lissa), grazie alla vittoria dell’alleato prussiano poterono alla fine della guerra, e dopo  il plebiscito-truffa che tutti conosciamo, annettersi il Veneto, il Friuli e la provincia di Mantova.

E’ interessante, però, dal nostro punto di vista, sottolineare un altro aspetto di notevole importanza.

Infatti subito dopo la pesantissima sconfitta Vienna chiese la mediazione di Napoleone III offrendogli il Veneto a patto che l’Italia si ritirasse dalla guerra; il 5 luglio Vittorio Emanuele II ricevette il telegramma con il quale Napoleone III prospettava di cedere il Veneto all’Italia in cambio di un armistizio preliminare alla pace; il governo italiano però si dichiarò immediatamente contrario a una proposta così umiliante, puntando a una rivincita sul mare che salvasse, almeno una volta, l’onore italico… non potevano sapere, che qualche giorno più tardi, sarebbero stati pesantemente sconfitti a Lissa dalla marina austriaca, nella quale i marinai Serenissimi ebbero un ruolo fondamentale, e che alla fine il Veneto sarebbe finito all’Italia solo dopo esser stato passato alla Francia: una delle tante umiliazioni per il governo italiano …

A Sadowa  va ricordata, inoltre,  la grande determinazione dei soldati veneti, inquadrati nell’esercito austriaco,  che  ricevettero svariate decorazioni dall’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe; l’epopea dei giovani soldati veneti arruolati nell’esercito austriaco fu magnificamente descritta nelle memorie di Giovanni Boldrin soldato di Fanzolo (Tv) nelle quali parla delle  “Oribili e spaventose bataglie”.

Ettore Beggiato

(Autore di “1866: la grande truffa. Il plebiscito di annessione del Veneto all’Italia”)