
Ancora una volta Osvaldo Tonina sorprende, commuove e indica la strada per recuperare la Storia negata, umiliata fino al punto di essere vilipesa. La cerimonia di Fraveggio con l’intervento di Giuseppe Matuella ha indicato la via da seguire per recuperare correttamente quella parte di realtà del Trentino oscurata anche dopo il fascismo quando i partiti politici fecero di tutto per minare l’Asar e cancellare quelle vicende che sono ovviamente patrimonio del Tirolo, ma anche di quanti in Italia tentano di cercare nonostante il trascorrere del secolo che ci ha ficcato nell’ignoranza, la verità e la correttezza degli avvenimenti.
Con passione, tenacia, intelligenza e anche fortuna, Osvaldo Tonina ha mostrato quel volto del popolo trentino che né il duro fascismo e neppure l’imposto oblio successivo al 1948 sono riusciti a cassare. Ricordo il ritrovamento del vero Inno al Trentino – bellissimo ma poi falsato nell’ “italico cuore, italica mente…” – ma anche la storia della fontana di Vezzano con Matuella a parlarci dei simboli del Caduti con la divisa austriaca – la “divisa sbagliata” secondo un noto verbo – relegati per dettato di una politica stolta nell’angolo meno in vista di un cimitero.
Ma c’è un’aria davvero nuova, impensabile una manciata di anni fa dove certi ricordi rischiavano di finire nelle carte processuali che potevano contemplare il reato di vilipendio (come avvenne, e bene lo ricordo a Trento).- C’è nel libro “In 100 non tornarono” di Stefano Delucca e Luca Girotto (Edizione Litodelta) e nel più recente “Da Ala a Rovereto” di Oswald Mederle edito da Memores. Insomma un’aria nuova. In difesa della memoria anche di chi non è trentino e nel segno della nostra Autonomia che qua e là “qualcuno” che si vantava paladino del Tirolo, vorrebbe sbarellare.
Luigi Sardi
un approfondimento sulla vicenda apparso su “Il Dolomiti”: https://www.ildolomiti.it/societa/2022/il-kaiserjager-antonio-bernardi-torna-in-trentino-dopo-oltre-100-anni-dalla-scomparsa-il-nipote-lho-fatto-per-mantenere-una-promessa-alla-nonna