#MemoriaStorica #Corsica – La richiesta dell’Autonomia – di Petru Poggioli

A completamento dell’articolo di Andria Fazi, pubblicato sul più recente numero di Dialogo Euroregionalista, pubblichiamo questa nota dello storico militante corso, Petru Poggioli, testimone oculare degli avvenimenti narrati.

Un po’ di storia della rivendicazione corsa: come è stato adottato lo slogan “Autonomia pà a Corsica”, in un momento in cui per la prima volta dopo molto tempo, un Capo di Governo affronta il problema corso nel suo discorso di politica generale all’Assemblea nazionale e mentre vengono annunciati incontri con questo governo, come già pianificato ad aprile a seguito delle mobilitazioni di marzo che hanno seguito l’assassinio di Yvan Colonna in prigione … (Anche se abbiamo superato l’età di credere in Babbo Natale..  Vidaremu)

Terra corsa – A Chjama

Il 7 gennaio 1973 si tenne una riunione a Castellare di Casinca, su iniziativa del movimento “Terra Corsa” radicato nel Fiumorbu (con un giornale omonimo), guidato da Gisèle Poli. Tra i partecipanti c’erano Ghjaseppu Leonelli, “U Rossu”, (l’incontro si svolse a casa sua), José Stromboni, Jean Ponteri, Charles Santoni e una delegazione dell’A.R.C: Edmond Simeoni, Gérard Serpentini e Jean Mannarini.

Nonostante le divergenze, fu redatto un documento. “A Chjama di u Castellare” segnò una svolta importante nella storia politica dell’isola con l’affermazione del diritto inalienabile del popolo corso a controllare il proprio destino e la propria terra. I firmatari proponevano la richiesta di Autonomia interna, sostenuta come soluzione istituzionale. Venne costituita l’”Unione di a Patria”, (“F.R.C.”, “Parti Corse pour le Progrés” di Dominique Alfonsi, e il movimento “Terra Corsa”).

“A Chjama di u Castellare” costituì un punto di svolta con la sua denuncia dell’imperialismo francese sull’isola. I firmatari sostennero l’Autonomia interna come soluzione al problema politico corso.

L’A.R.C. che non aveva siglato il documento, preferì attenersi al suo approccio iniziale nell’ambito dell’Autonomia di Gestione. L’A.R.C. preferiva la continuità. Il dibattito lanciato su questo tema al suo interno, dal ‘73, suscitò molte peripezie ed accese discussioni. Alla fine, gli studenti di Nizza riuscirono a convincere la Direzione che l’adesione dell’A.R.C ad un progetto più “rivoluzionario” avrebbe coinvolto i giovani, rafforzandoli nelle loro convinzioni e nel loro impegno, dando spazio alla rivendicazione corsa.

Sotto l’impulso della sua ala studentesca di Nizza e degli elementi di protesta della costa orientale, la A.R.C diventò “l’Azzione pà a Rinascita di a Corsica” e raccolse la richiesta di Autonomia interna al suo congresso dell’agosto 73. Il movimento pubblicò il suo documento – “Autonomia” – che spiegava la sua evoluzione a livello istituzionale e politico. Ricevette l’adesione all’associazione “Défense des intérets de la Corse” di Parigi che pubblicava il giornale “A Voce di a Cunsulta” e del “Comité d’Action et Vigilance” di Lione, guidato da un futuro capo dell’A.R.C ad Ajaccio, il Dr. Charles Quastana.

Nella stessa linea ideologica, il PPC succedette al FRC. I disordini e le manifestazioni organizzate negli ultimi anni stavano crescendo. Gli incidenti si moltiplicavano in un contesto di attacchi, (agricoltura e turismo, questione carbo-sarda). In effetti i giovani dell’A.R.C. volevano indurire il tono, incoraggiando il movimento ad azioni più incisive.

Tuttavia, va notato che nel 1962, un “Manifeste sur l’autonomie interne” fu distribuito all’annuale “Cunsulta” dei corsi all’estero a Corte, intitolato “Au probléme corse une solution corse” co-firmato da Paul-Marc Seta, futuro fondatore del CEDIC, e da Yves le Bomin. Per la prima volta dal Corsismo prebellico, la richiesta di Autonomia riapparve in un documento politico isolano, ma al di fuori del programma di uno specifico Movimento. Ma non diede luogo a mobilitazioni popolari come accadrà nel 1973-1974.

Petru Poggioli

(già pubblicato in https://www.facebook.com/nutizienustrale )

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