
Ero presente a Bastia, per militanza, per dovere, per convinzione, per orgoglio.
Osservavo con apprensione, con paura, con preoccupazione lo svolgersi degli eventi. Ho pensato molto a tutti quei genitori che sicuramente erano pieni di preoccupazione per i loro figli. E mi sono detto: anche noi abbiamo fatto morire i nostri genitori di paura e preoccupazione.
Ho incrociato le dita, ho anche pregato che queste ragazze e ragazzi, che a centinaia esprimevano la loro rabbia, non subissero danni fisici o problemi giudiziari. Ho percepito la loro durezza, il loro odio per queste forze della repressione, molte delle quali vengono da noi da troppo tempo per “spezzare i giovani e i Corsi”, spinte dai veri responsabili, che sono i mandanti.
E poi mi sono detto, questa è solo la continuazione di tanti anni di scontri, sacrifici e sofferenze, drammi e repressione. Avevamo conosciuto la vittoria del 2015, poi è arrivata la disillusione e a poco a poco, con la pandemia, la società corsa si è chiusa un po’ di più su sé stessa, con le sue speranze deluse e i suoi profittatori del sistema che si accomodavano, mentre gli anziani vedevano andarsene la nostra terra di Corsica, tutto veniva venduto, e vedevano i loro figli girare in tondo e subire le misure coercitive imposte con la pandemia.
E guardare con durezza coloro che dimenticano gli anni di lotte, che si lasciano, a poco a poco, consapevolmente o meno, bloccare e neutralizzare negli ori della Repubblica, impotenti, ma dando troppo l’impressione che ci siano degli sviluppi favorevoli per la Corsica, mentre di questi sviluppi ne beneficiano solo pochi; e molti anziani che avevano lottato non trovano sbocchi per i loro figli, con i posti di lavoro ancora riservati come ieri ai privilegiati, ai figli delle famiglie benestanti e alle nuove famiglie vicine ai nuovi eletti e alle nuove istituzioni.
Mentre per la Corsica e per la maggior parte della sua popolazione, i salari non si muovevano, i pensionati vedevano il loro potere d’acquisto sempre ridotto, i giovani non trovavano più lavoro, ed erano mal pagati, le abitazioni erano riservate ad altre persone benestanti provenienti da altrove, con il costo della vita che aumentava, le costruzioni e gli edifici che ovunque aumentavano, ma erano riservati ad altri e non ai corsi, ai turisti o a chi è attratto dai nostri paesaggi e dal nostro “ambiente di vita così piacevole”, la nostra isola così sicura, così bella!
Ma i Corsi, il popolo e, comunque, la maggior parte di loro, non ce la facevano più. Ed i loro figli, nonostante i naturali conflitti generazionali, percepivano la loro disillusione e l’impressione assolutamente insopportabile che le loro lotte, i loro sacrifici, il loro impegno fossero dimenticati o anche strumentalizzati da “quelli della 25° ora”; molti dei quali, loro e i loro genitori, erano anche a volte in prima fila a demonizzarli, a combatterli, ad esigere la repressione contro di loro.
Ecco, con la fine della pandemia e con la necessità di aria pulita e di vita, mancava loro solo il detonatore. E lo Stato, con la sua irresponsabilità, con il suo vergognoso rifiuto di rilasciare i detenuti dell’affare Erignac, andando contro le sue stesse leggi, sotto la copertura di una presunta Ragion di Stato, ma in realtà obbedendo a un’inaccettabile vendetta di Stato compiuta dall’”apparato” e dai parenti del prefetto Erignac, ha creato le condizioni per l’esplosione e ha permesso tutto questo.
Così i giovani, ragazze e ragazzi, prendendo la fiaccola in mano, sono scesi in piazza e per 12 giorni l’hanno occupata, esprimendosi al di là di ciò che le organizzazioni nazionaliste dicevano o potevano dire (gli altri non dicono nulla, il che riflette ancora di più la loro assenza da tutto), e hanno imposto la loro cadenza ed il loro ritmo, non volendo rinunciare a nulla, non accettando più il destino che conoscono e che era riservato a loro in quest’isola paradisiaca.
Mentre le organizzazioni politiche di ogni colore ne prendono coscienza, siano esse nazionaliste (ma cosa significa veramente questo termine nella nostra società di oggi?) o no, i giovani vogliono affermare la loro sete di qualcos’altro, i loro sogni, le loro speranze, le loro convinzioni, avere un diritto di parola.
E dico ai media: muovetevi un poco, scendete dal vostro tran-tran e dalle vostre analisi così ripetitive, così poco originali rispetto a quanto sta accadendo nel nostro paese, smettete di far parlare le stesse persone, deputati, eletti, istituzioni … andate incontro a loro, organizzare dibattiti anche tra loro e i politici/politicanti, ascoltateli e lasciate che si esprimano.
Delle elezioni, dei litigi politici anche tra nazionalisti, non importa nulla ai giovani. La lotta istituzionale non è la loro priorità. Vogliono che le cose cambino, che si evolvano in Corsica, che la nostra società si evolva, si rigeneri e che miri a portare più gioia di vivere e un futuro per loro; e vogliono che le condizioni e i mezzi per arrivare a tutto questo siano dati a tutti.
Quanto a coloro che approfittano della situazione e dei cosiddetti sviluppi economici positivi, a maggior ragione dal 2015, interrogatevi per bene, in modo che non ci vengano imposte altre fratture mortali a causa del vostro comportamento e della vostra costante ricerca del profitto a tutti i costi, senza timore dei danni che provocate alla nostra società e ai nostri giovani.
Rimettete in discussione la vostra sete di profitti, di denaro, mischiatevi con questi giovani e le loro famiglie; rifiutate questa quantità di denaro che sta facendo morire la nostra Corsica oggi, rifiutate gli imbroglioni, rifiutate la deriva mafiosa e dimostrate che volete il meglio per questa gioventù e, in questo modo, avrete il sostegno dei loro genitori, che saranno poi in grado di comunicare meglio con i loro figli.
Per quanto riguarda lo Stato, ed i suoi rappresentanti, fate presto, ascoltate e prendete decisioni politiche, rapidamente, a cominciare dal rilascio degli attivisti imprigionati, dal rimpatrio delle vostre forze repressive e dall’inizio di discussioni a tutto campo per cercare di trovare una soluzione politica dall’alto alle catene che continueranno ad esistere se non fornirete soluzioni alle aspettative.
E infine, a quelli che condannano o criticano questi giovani, dico loro che siete accanto al baratro: ciò che sta accadendo oggi in Corsica supera tutto e l’esplosione della gioventù corsa impone e imporrà le sue conseguenze per gli anni a venire.
Forza Ghjuventù, u nostru avvenna sei tù, pà un populu arrittu… fate attenzione a voi, state attenti…
Petru Poggioli
14 marzo 2021