#Kurds #News – IL PKK SI RITIRA DALLA TURCHIA PER FAVORIRE IL PROCESSO DI PACE – di Gianni Sartori

E intanto si va faticosamente compiendo una nuova tappa, almeno da parte curda, del complicato processo di Pace tra governo turco e PKK.

L’annuncio, per voce di Sabri Ok (del consiglio esecutivo del KCK), viene dato dalla “Direzione del Movimento per la libertà del Kurdistan”. Tutte le forze guerrigliere curde (si calcola oltre 300 persone nda) si sono ritirate dalla Turchia raggiungendo le aree di difesa di Media (nel Kurdistan iracheno, Bashur). Al fine dichiarato di “far procedere il processo di pace per una società democratica alla seconda fase”. Alla dichiarazione hanno assistito alcuni esponenti della guerriglia curda come Vejîn Dersîm (comandante di YJA Star Serata) e Devrim Palu, membro del consiglio di comando delle Forze di Difesa del Popolo ( HPG, Hêzên Parastina Gel).

Sono ormai oltre otto mesi che da parte curda si porge la mano al regime di Ankara (dopo l’appello di Ocalan in febbraio dal carcere di Imrali) per procedere con i turchi verso “una vita libera, democratica e fraterna per il secolo a venire”. Con il cessate il fuoco unilaterale del 1 marzo 2025, l’auto-dissoluzione del PKK (maggio 2015) e la pubblica cerimonia di distruzione (con il fuoco) delle armi in luglio.

Ma senza risposte significative da parte di Erdogan & C.

Anche la fine dell’isolamento per Ocalan (e la possibilità di incontrare i suoi avvocati dopo quattro anni) aveva più il sapore di una “concessione” che di un gesto per procedere verso una soluzione politica del conflitto. Mentre da parte dei curdi si chiede di “prendere misure giuridiche e politiche adeguate per salvare il processo di pace”.

In particolare per consentire ai militanti curdi di integrarsi nella vita politica democratica. Una richiesta che va oltre quella di una, per quanto improrogabile, amnistia.

Quanto al comunicato del ritiro della guerriglia dalla Turchia, il governo turco si è limitato, almeno per ora, a esprimere compiacimento per questo “risultato concreto dell’impegno per mettere la parole fine su un conflitto durato 40 anni”.

Per l’esponente curdo Devrim Palu, “la liberazione del capo storico del PKK Abdullah Öcalan, rimane una condizione cruciale per la riuscita del processo di pace” Spiegando inoltre che il ritiro delle forze di guerrigliere ha lo scopo di “preservare la pace e impedire eventuali provocazioni”.

Intanto è previsto a breve un altro incontro della delegazione del partito filo-curdo DEM (terza forza in Parlamento e di fatto il principale intermediario tra Ankara e il PKK) con il presidente Erdogan. A cui dovrebbe seguire un’altra visita a Imrali, l’isola-prigione (la Robben Island turca) dove è rinchiuso il leader curdo.

In conferenza-stampa il vice presidente del partito DEM, Tuncer Bakirhanha dichiarato che “la prima fase del processo è conclusa”. Per cui è ora il momento di “passare alla seconda, cioè quella dei passaggi giuridici e politici”.

Gianni Sartori

Lascia un commento