
Hè partitu Ghjuvan Petru Arrighi, omu sinceru, di valore, di cunvizione, patriottu di prima trinca sempre presente pà difenda a causa di u Populu corsu é i sò diritti.
L’avevo conosciuto nel 1975, durante il processo di Edmond (Simeoni) dopo Aleria. Ha guidato, tra gli altri, il Comitato di sostegno insieme con il CSC di Parigi. Veniva dalla CGT-PCF ed era entrato a far parte delle file del FRC e poi del PCS con Jean-Pierre Santini. Dopo il processo, tornò ad Ajaccio e, con altri del PCS, si unì al FLNC, insieme a Jean Biancucci e ai suoi amici dell’epoca. Ha lavorato per Dominique Alfonsi, e insieme a lui, nonostante le difficoltà, anche finanziarie, ha collaborato con sua moglie, attivista discreta, devota e sempre attenta, e altri come la defunta Marie-Jo Pinzuti, per una stampa e dei media autenticamente corsi. Dopo la repressione seguita all’”affare Boeing”, divenne, insieme alla CGNC e ad Antone Murati, e in particolare a sua moglie, uno dei leader del Comitato Anti-Repressione, che ottenne la liberazione di Dominique Alfonsi e dei prigionieri di Lione, dopo uno sciopero della fame. Era molto attivo nella lotta contro la repressione che infuriava con il CSE (l’affare della bandiera a Corti, contro la Legione, in seguito all’assassinio di due fratelli pastori da parte di un disertore, ecc.). Ha anche partecipato alle iniziative del FLNC Ajaccio, a cui nel frattempo avevo aderito, e ha permesso, in particolare con altri dipendenti di Dominique Alfonsi, la pubblicazione (nonostante una copertina che doveva essere letta al contrario!) del 1° numero del “Ribellu”, stampato nella tipografia di Dominique Alfonsi in segreto e a sua insaputa, permettendoci di presentarlo in una conferenza stampa clandestina a Capu di Fenu. Fu solo quando tornai dalla clandestinità nel 1982 che lo rividi, ma sapevo che era presente sul campo e che aveva partecipato a tutte le mobilitazioni, soprattutto quelle dell’”affare Bastelica-Fesch” dove era onnipresente. Durante gli anni ’80, il suo attivismo è stato esemplare a fianco degli studenti, dei Comitati nazionalisti, del CCN, del MCA e dei contropoteri. Fu arrestato, tra gli altri episodi repressivi, durante l’arrivo nel gennaio 83 di Robert Broussard, mentre stava scrivendo con una bomboletta “Broussard Fora” sul muro della Prefettura. Fu ancora presente e attivo durante gli scontri con il CFR, l’”affare del carcere di Aiacciu” e la campagna elettorale del 1984. Durante il periodo delle divisioni cercò sempre l’unificazione, rifiutando atteggiamenti e posizioni di parte, e al fianco delle vittime della repressione, anche se i suoi amici all’inizio erano vicini al “FLNC Historique” e alla “Cuncolta”. Poi, dopo l’affare Erignac e la riconciliazione di Fiumorbu, si è avvicinato alla “Chjama” di Edmond e di Jean Biancucci, poi nel 2015 a “Femu a Corsica”. Era anche un grande sportivo, correva su tutte le strade del mondo (fino alla Grande Muraglia Cinese) innalzando con orgoglio una bandera corsa ovunque. È scomparso oggi, dopo altre personalità nazionaliste che hanno avuto un tale impatto sulla generazione di protesta e militante della Corsica contemporanea. Possa riposare in pace. La Corsica non ti dimenticherà. Pensiamo in particolare alla sua ammirevole moglie Huguette, compagna e complice di tanti anni, di proteste, di furore, di difficoltà, di repressione ma sempre di speranze, così come a sua figlia Geraldine, ancora attivista, e a tutta la sua famiglia.
Petru Poggioli
