#MemoriaStorica #Syria – IN MEMORIA DI OMAR AZIZ – di Gianni Sartori

Un segnale, per quanto minore della complessità (e anche delle possibili aperture, evoluzioni…) del post-Assad, è venuto il 16 febbraio (anniversario della morte) con le commemorazioni per Omar Aziz in alcune località delle Siria.

“Economista, anarchico e padre di famiglia” (come lo definiva il comunicato), Omar Aziz (soprannominato Abu Kamal), da anni in esilio (prima in Arabia Saudita, poi negli USA) in quanto oppositore, a 63 anni era rientrato all’inizio delle rivolte anti-regime. Impegnandosi in prima persona nell’aiuto umanitario e sanitario per i quartieri periferici di Damasco assediati dai militari. Convinto che “le manifestazioni in corso sono riuscite a spezzare il predominio del potere assoluto”, con i suoi scritti si batteva a favore dell’autonomia locale, dell’organizzazione orizzontale e non gerarchica, dei comitati di base e dei consigli. Da segnalare un suo testo sull’importanza del Consiglio Locale, inteso come il “luogo in cui le persone di differenti culture e strati sociali potevano lavorare insieme per raggiungere tre obiettivi principali: controllare la propria vita indipendentemente da istituzioni e organi dello Stato, creare uno spazio per consentire la collaborazione collettiva tra le persone e attivare la rivoluzione sociale a livello locale, regionale e nazionale”.

Contando sui principi del mutuo soccorso (v. Pëtr Alekseevič Kropotkin), dell’autogestione, della solidarietà e della cooperazione. Mettendo a confronto le storiche tematiche connesse al potere(“contro ogni dispotismo”) con quelle suscitate della rivoluzione (v. https://rememberomaraziz.net/wp-content/uploads/2025/01/Reader_Syrian_Revolution_version_2024_2.pdf).

Definendo quanto stava avvenendo in Siria come la “sovrapposizione di due epoche, l’era del potere che controlla ancora le attività quotidiane e il tempo della Rivoluzione”, quello dei militanti che lottavano per rovesciare il regime.

Va ricordato che – per quanto non “egemonici” – in questi anni in Siria sono apparsi vari gruppi di coordinamento a livello sia locale che regionale e nazionale. Come i Comitati Locali di Coordinamento (CCL), i Comitati d’azione nazionali (CAN), la Federazione dei Comitati di Coordinamento della Rivoluzione Siriana (FCC) e la Commissione Generale della Rivoluzione Siriana (CGRS).

In aperto contrasto – ca va sans dire – con chi voleva imporre una visione islamista come il gruppo Jabhat Al Nusra, resosi responsabile del sequestro e talvolta della sparizione di alcuni militanti libertari.

Tra i fondatori del primo Consiglio di base a Barzeh (Damasco), l’attività di Omar Aziz non certo era sfuggita al regime del Baath. Arrestato dal Mukhabarat (i servizi segreti) il 20 novembre 2012 (coincidenza: il giorno della morte in combattimento di Buenaventura Durruti a Madrid nel 1936), moriva in carcere il 16 febbraio 2013.

Risaliva a qualche giorno prima dell’arresto un suo ultimo messaggio: “Noi non siamo meno dei lavoratori della Comune di Parigi: loro hanno resistito per 70 giorni e noi siamo ancora qui, dopo un anno e mezzo”. Sicuramente si sarebbe inteso con chi nel Rojava sta ancora lottando per gli stessi principi.

Gianni Sartori

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