
#ViviLaStoria #TreguaDiNatale1914


BUON NATALE da Centro Studi Dialogo


Lo so succede anche di peggio. Per esempio, restando in tema di festività tradizionali, con la ricorrente “strage degli innocenti”, gli agnellini, a Pasqua.
O altre celebrazioni religiose in cui un animale viene sacrificato (v. almeno fino a qualche anno fa, l’asinello preso a bastonate e ridotto in fin di vita o buttato giù dal campanile in alcune località della penisola iberica). Per non parlare della corrida o del palio di Siena (con gli animali rimasti feriti abbattuti senza clamore).
Ma non è un buon motivo per girarsi dall’altra parte. Anche perché ogni mancanza di rispetto per altri esseri senzienti è propedeutica a ulteriori violenze.
Così come – ricordate Marguerite Yourcenar ?* – ogni violenza sugli animali prepara il terreno a quelle sugli umani.
La denuncia proviene dalla Fundación para el Asesoramiento y Acción en Defensa de los Animales (FAADA) a cui si associa Huellas Cantabria (portavoce di varie associazioni, non solo animaliste e promotrice di “santuari” di cui fa parte la nota conduttrice radiofonica e attivista Russell Simoni).
Questi i fatti. A Santander (capoluogo della Cantabria) nella tradizionale sfilata natalizia sono state utilizzate alcune renne. Suscitando appunto l’indignazione delle associazioni antispeciste in quanto “queste pratiche, oltre a causare un inutile stress agli animali, ne violano di diritti fondamentali “. Ricordo agli smemorati che – in quanto esseri senzienti – anche gli animali sono (o almeno dovrebbero essere in un paese civile) depositari di diritti.
Nelle immagini pervenute alla FAADA si vedono alcune renne attaccate a un camion durante la sfilata, prova inequivocabile dei maltrattamenti.
Così come risultano incompatibili con l’etologia di animali relativamente selvatici (il livello di addomesticamento a cui sono state sottoposte le renne scandinave è alquanto inferiore a quello subito da bovini e ovini) le luci intense, i forti rumori, la folla o i trasferimenti forzati.
In ogni caso le associazioni protezioniste intendono aprire un confronto con l’Ayuntamiento di Santander, proponendo alternative “más éticas” per il futuro.
Evitando l’utilizzo-sfruttamento degli animali.
Una questione, spiegava la portavoce “ética y educativa” che va oltre gli aspetti giuridici. Per evitare che tali spettacoli possano “inviare messaggi equivoci, soprattutto ai bambini, rendendo accettabile, “normale” la sofferenza di altri esseri viventi per puro divertimento”.
In sostanza, si tratta di “riflettere su quali valori intendiamo trasmettere come società”. Senza per questo rinunciare alla magia del Natale, ma trasformandola in qualcosa di “inclusivo, rispettoso dei diritti di ogni essere vivente”.
Cercando, aggiunge Huellas Cantabria “alternative creative che mantengano l’essenza di tali celebrazioni”. In maggior sintonia, a ben vedere, proprio con l’autentico spirito di pace e amore che contraddistingue il Natale.
Gianni Sartori
*nota 1: “Ricordiamoci, in quanto occorre sempre ricondurre tutto a noi stessi, che ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l’abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz’ acqua dirette al macello, meno selvaggina umana stesa con un colpo d’arma da fuoco se il gusto e l’abitudine di uccidere non fossero prerogativa dei cacciatori. E nell’umile misura del possibile, cambiamo (ovvero miglioriamo se possibile) la vita”.
#EuskalHerria#Repressione – l’amico e collaboratore di #DialogoEuroregionalista Joseba Alvarez ed il figlio Eñaut andranno sotto processo il 29 gennaio per aver tentato di esporre un segno di appoggio alla causa dei #PrigionieriPolitici baschi.


Anche se gli ultimi due-tre giorni hanno visto profilarsi quella che possiamo definire una “guerra di posizione” è evidente che si va preparando l’attraversamento dell’Eufrate da parte dei proxy di Ankara (SNA) e l’assalto a Kobanê.
Per ora si registrano scontri sporadici soprattutto nei pressi della diga di Tishrin (fuori uso dal 10 dicembre con l’intero cantone di Kobanê privo di elettricità) tra i mercenari filo-turchi (SNA) e le Forze Democratiche Siriane con un pesante tributo di vittime. Mentre proseguono i bombardamenti (con aerei, droni e artiglieria) da parte dell’aviazione e dell’esercito turchi, rimangono infruttuosi i tentativi (pro forma ?) degli Stati Uniti di negoziare un cessate-il-fuoco duraturo.
Gli attacchi su Tishrin finora sono stati respinti, soprattutto grazie alle combattenti delle YPJ (Unità di Difesa delle Donne) affiancate dal Consiglio Militare di Manbij. In più occasioni passati al contrattacco.
Sarebbero una quarantina i mercenari uccisi nei combattimenti e molti di più quelli rimasti feriti.
E’ probabile che l’assalto finale, su larga scala verso Kobanê prenda il via direttamente dalla Turchia (già in avanzata fase di demolizione il muro frontaliero così da consentire l’invasione) oltre che dall’enclave di Serekanie in mano ai mercenari di SNA.
Poco rassicuranti inoltre le recenti dichiarazioni del nuovo regime insediato a Damasco: “la Siria non sarà divisa e non ci saranno entità federali”.
Una netta, definitiva chiusura nei confronti delle proposte dell’AADNES.
Aggiungendo, se mai fosse rimasto qualche dubbio che “la regione attualmente controllata dalle FDS verrà integrata alla nuova amministrazione del paese”.
A questo si deve aggiungere un pericoloso effetto collaterale (ma forse neanche tanto “collaterale”): la recrudescenza, non certo casuale, delle azioni della risorta (o riesumata ?) Daesh.
Altra questione ancora, gli scontri in atto a Qousaya dove le milizie del Fronte popolare di liberazione della Palestina tentavano di impedire lo smantellamento di un insediamento del FPLP da parte degli islamisti ora al potere.
Gianni Sartori