Le memorie della persona che accompagnò l’abate Escarré in esilio, fondò il CIEMEN e la “Crida a la Solidaritat” ed è alla base del movimento indipendentista del XXI secolo.
Testimonianza vitale della traiettoria di Aureli Argemí, che si snoda in varie direzioni nell’arco di quasi un secolo. Nato durante la guerra in una famiglia religiosa e conservatrice, Argemí entrò come monaco nel Monastero di Montserrat. Studiò a Roma e a Parigi e divenne membro del gruppo più irrequieto e rinnovatore dell’abbazia, che sarebbe stato esiliato a Cuixà, dove si creò un nucleo chiave dell’antifranchismo catalano. Aureli Argemì accompagnò l’abate Aureli M. Escarré come segretario nell’ esilio in Italia. Dopo la morte dell’abate, si impegnò nella lotta contro Franco e nel 1974 fondò il CIEMEN, a favore delle minoranze etniche e nazionali. E’ stato uno dei promotori della “Crida a la Solidaritat”. Svincolatosi dalla vita religiosa, ha promosso ogni tipo di iniziativa internazionale in difesa delle Lingue e delle Nazioni senza Stato. La sua vita va dal cattolicesimo nazionale del dopoguerra al 1° ottobre, passando per il rinnovamento ecclesiastico, la rivolta e l’espatrio dell’abate Escarré e la storia politica e sociale dell’indipendentismo.
LA LLAVOR SEMBRADA – Di Aureli Argemì – ed. Editorial Pòrtic (2023) – pagg. 600
Centro Studi Dialogo 