#Americhe -COLOMBIA: L’ELN DICHIARA LO SCIOPERO GENERALE (ARMATO) – di Gianni Sartori

camilo torres

Il 14 febbraio l’EjĂ©rcito de Liberacion Nacional (una delle piĂą antiche formazioni guerrigliere della Colombia, la sua fondazione risale al 1964) aveva decretato uno sciopero generale armato di 72 ore. In particolare nei settori delle attivitĂ  commerciali e del trasporto.

Coincidenza, il 15 febbraio cadeva l’anniversario della morte in combattimento (nel 1966) del prete Camilo Torres, esponente della teologia della liberazione e guerrigliero integrato nell’ELN.

Ernesto Che Guevara, destinato a morire nell’ottobre dell’anno successivo, fece in tempo a ricordarlo nel suo “Crear dos, tres…muchos Vietnam– Mensaje a los pueblos del mundo a travĂ©s de la Tricontinental” (insieme ad altri guerriglieri latino-americani caduti negli anni sessanta: Turcios Lima, Fabrizio Ojeda, Lobaton e Luis De la Puente Uceda…).

Stando alle prime impressioni, lo sciopero appare sostanzialmente riuscito, almeno nei territori controllati dalla guerriglia. A conti fatti, l’esercito ha dato prova di inadeguatezza – se non di impotenza – nell’impedire l’azione di protesta. E questo nonostante le ottimistiche dichiarazioni in conferenza stampa di alcuni ufficiali di alto grado.

Come era stato “consigliato” dall’ELN, in molte localitĂ  soldati e poliziotti hanno preferito rimanere all’interno delle caserme e dei commissariati

Nel frattempo la guerriglia colpiva nei punti cruciali varie infrastrutture riuscendo a fermare un paio autostrade in direzione di BogotĂ  e di Medellin.

Sempre l’ELN ha fatto saltare – rendendola temporaneamente inagibile – la strada da Catatumbo verso il Venezuela e Cucuta (Norte de Santander).

Ridotto in maniera significativa anche il traffico tra Calì e la frontiera con l’Ecuador. Autisti di autobus e camionisti si sono rifiutati di percorrere la strada panamericana che attraversa territori in cui è significativa la presenza – e l’azione di controllo – dell’ELN (in particolare nel sud-ovest della provincia del Cauca).

Dopo aver subito alcuni attacchi armati, la compagnia petrolifera Ecopetrol (pubblica) ha dovuto fermare la pipeline Cano-Limon Covenas.

Nel dipartimento di Arauca, alcune cittĂ  (tra cui la capitale provinciale) apparivano completamente deserte.

Nel corso dei combattimenti tra guerriglia e forze dell’ordine sarebbero morti almeno cinque poliziotti. Lungo la strada che unisce Pelaya a El Burro (dipartimento di Cesar) un attentato ne ha ferito sei. Un altro poliziotto è rimasto ferito a Cucuta, nei pressi della frontiera.

Per quanto riguarda l’esercito, un soldato è stato ucciso dalla guerriglia nella regione di Catatumbo.

Gianni Sartori

#VENETO #LinguaLocale – Dal Brasile arriva su Amazon dizionario veneto-portoghese – di Ettore Beggiato

DARCY

Gli amici veneti-brasiliani mi girano una gran bella notizia: la seconda edizione del “Dissionario talian-portoghese” di Darcy Loss Luzzatto è disponibile anche su Amazon.

Darcy Loss Luzzatto, vulcanico autore ed editore, è l’alfiere di tutti coloro che parlano el “talian” (o veneto-brasiliano), una vera e propria leggenda vivente della lingua e della cultura taliana; dopo aver stampato volumi come “Talian: Nocoes de gramatica, historia e cultura”, in pratica un manuale per imparare “el talian” ad uso dei ..brasiliani, “El nostro parlar”, “Ghen ‘avemo fato arquante”e tanti altri, ecco questa nuova fatica: pagine e pagine di temini come fĂ varo, cuciaro, cunicio tradotti in portoghese con relative spiegazioni.

Per esempio, freschin, praticamente intraducibile in italiano, in brasiliano diventa “odor desagradavel” e per spiegarlo meglio l’amico Darcy aggiunge un ” Che bira zela questa? La sa de freschin!” che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni…..

Una lingua, “el talian” o veneto-brasilian, che va considerata l’ultima lingua neo-latina conosciuta, singolare koinè su base veneto-centrale nella quale si innestano termini brasiliani; una lingua “viva”, usata quotidianamente sul lavoro o all’universitĂ , per scrivere canzoni e poesie, per fare teatro, alla radio o alla tv.

Emblematico il caso di Serafina Correa, cittadina di 12.000 abitanti dove per una settimana all’anno il talian è “lingua ufficiale”.

E proprio a Serafina Correa, nel Rio Grande do Sul, risiede Paulo Massolini, medico chirurgo, discendente di famiglie che arrivano dalle provincie di Bergamo, Pordenone e Vicenza, che ha portato il “talian” ad essere riconosciuto dal governo federale di Brasilia come “Patrimonio Culturale Immateriale del Brasile”, prima lingua minoritaria brasiliana che ha ricevuto tale riconoscimento; il talian viene correntemente parlato da milioni di brasiliani, ed è la seconda lingua più parlata dell’immenso paese latino-americano dopo il portoghese.

Pochi conoscono le dimensioni dell’emigrazione veneta: dal 1875 in avanti si calcola che quasi un milione di veneti abbiano cercato fortuna all’estero, viste le disperate condizioni nelle quali si era venuta a trovare la nostra regione all’indomani dell’annessione all’Italia.

In buona parte andarono in Brasile, soprattutto negli stati meridionali, Rio Grande do Sul, S. Catarina, Paranà. Qui fondarono paesi e città, rimanendo però fedeli alla loro cultura, alle loro tradizioni, alla loro lingua.

Ma facciamo parlare i protagonisti. Ecco come inizia la presentazione della prima edizione padre Rovilio Costa dell’Academia Rio-Grandense de Letras, autorevolissimo esponente della cultura taliana, autore di decine di volumi, alcuni dei quali pubblicati dalla Fondazione Agnelli:

“Darcy Loss Luzzatto no’l ga mai desmentegĂ  la so lengua. E atraverso la lengua no’l ga mai desmentegĂ  la so gente, la so storia.”

E dopo una ricostruzione quanto mai dettagliata dei primi anni di emigrazione veneta, lancia un chiaro messaggio a chi arriva dall’Italia e dal Veneto:

“Prima de tuto, che i italiani, sia veneti o de altre region, i vegna in Brasil rispetando la nostra cultura taliana, la nostra lengua che la ze el Talian, no par imporre el so modo de veder e de far”

E piĂą avanti: ” Par noantri l’è importante l’italiano, e l’è importante el talian, questo parchè, solo questo, lo ghemo parlĂ  fin incoi. E i nostri genitori i ze stai proibidi de parlar Talian e no italiano che no i lo ga mai imparĂ .”

Si calcola infatti che appena l’un per mille degli emigranti approdati in Brasile sapesse parlare l’italiano ufficiale (il toscano).

E l’introduzione dell’autore, inizia così:

“I nostri vecii, co i ze rivadi, oriundi de i pi difarenti posti del Nord d’Italia, i se ga portadi adrio no solche la fameia e i pochi trapei che i gaveva de suo, ma anca la soa parlada, le soe abitudini, la soa fede, la so maniera de essar…. Qua, metesti tuti insieme, par farse capir un co l’altro, par forsa ghe ga tocĂ  mescolar su i soi dialeti d’origine e, cossita, pianpian ghe ze nassesto sta nova lengua, pi veneta che altro, parchè i veneti i zera la magioranza, el Talian o Veneto brasilian.”

E conclude con una poesia che dovrebbe essere diffusa nel nostro Veneto, dove scandalosamente c’è gente che si vergogna di parlare la lingua veneta, e soprattutto nelle nostre scuole: “Com’e bela ‘a nostra lengua, com’è melodiosa. E poetica. Basta parlada con orgolio e alegria, mai con paura o co la boca streta e vergognosa. E si con onor, con tanto tanto amor e simpatia”.  

                                                            ETTORE BEGGIATO

                                                           cittadino onorario di

                                                           Serafina Correa- Rio Grande do Sul

#TIROL – In memoria di Andreas Hofer, il comandante degli SchĂĽtzen è ancora oggi un simbolo di libertĂ  – di Roland Lang

Tiroler Fahne Gebirge

Andreas Hofer è diventato un simbolo di libertà nella Storia, secondo lo Südtiroler Heimatbund. Non era un politico o un poeta per la libertà. Non ha mai  scritto alcun trattato filosofico. Era solo un semplice commerciante di bestiame e locandiere. Ma è passato alla storia per il suo impavido impegno nei confronti del Diritto alla Libertà del suo popolo e per il suo coinvolgimento diretto. Era votato a un Tirolo libero.

Andreas Hofer Statue Februar 2020

Gedenken an Andreas Hofer
SchĂĽtzenkommandant auch heute noch Symbol der Freiheit

Andreas Hofer wurde in der Geschichte zu einer Symbolgestalt für die Freiheit, so der Südtiroler Heimatbund. Er war kein Politiker und auch kein Freiheitsdichter. Er hatte auch keine philosophischen Abhandlungen verfasst. Er war nur ein einfacher Viehhändler und Gastwirt. In die Geschichte ist er aber mit seinem unerschrockenen Eintreten für die Freiheitsrechte seines Volkes und seiner geraden Haltung eingegangen. Sein Einsatz galt einem freien Tirol.

Es war nicht darum gegangen, ob die alte österreichische oder die auferlegte bayerisch-französische Verwaltung als moderner und effektiver anzusehen war.

Es war darum gegangen, dass die alten Tiroler Freiheitsrechte von einer bevormundenden und landfremden Obrigkeit aufgehoben worden waren. Es war darum gegangen, dass man es den Tirolern aus der Hand genommen hatte, ihren verbrieften Freiheitsrechten gemäß selbst zu bestimmen, wie und in welcher gesellschaftlichen Ordnung sie in ihrem eigenen Land leben wollten.

Dagegen waren Andreas Hofer und seine Mitkämpfer aufgestanden und dieser Einsatz bis zum Tod hat sie in das Ehrenbuch Tirols eingetragen.

Hier schließt sich auch der Kreis zu den Standschützen des ersten Weltkrieges und den Freiheitskämpfern der 1960er Jahre. So wie Andreas Hofer war es auch ihnen nicht beschieden gewesen, das angestrebte große Ziel der Freiheit umgehend zu erreichen. Aber sie haben mit ihrem Widerstand Zeichen gesetzt und das Land vor dem Aufgehen in einer aufgezwungenen Fremdherrschaft bewahrt und in seiner Eigenart als einen kulturellen Teil Europas erhalten.

Sie haben es damit auch den nachkommenden Generationen ermöglicht, als Tiroler für das Recht ihrer Heimat auf Selbstbestimmung einzutreten. Trotz nunmehr 100 Jahren Fremdbestimmung verdanken wir es den Frauen und Männern von 1809, von 1915 und 1961, dass der Ruf des Tiroler Adlers im Land im Gebirge noch immer nicht verstummt ist.

Schließen wir daher alle jene, die in der jüngeren Zeit Opfer für die Heimat erbracht haben, ehrend in das Gedenken an Andreas Hofer und seine Mitstreiter ein! Die Freiheit ist das höchste Gut eines Volkes und muss auch in einem geeinten Europa respektiert werden.

Am Gedenktag unseres Freiheitshelden erinnert der SHB auch an die politischen Gefangenen in Katalonien und ĂĽberall in der Welt. Sich fĂĽr die Freiheit dieser Idealisten einzusetzen, sollte jedem Politiker ein echtes Anliegen sein.

Der SHB ersucht seine Mitglieder, gemeinsam mit der Vereinsfahne, am Sonntag, den 23. Februar, an der Landesgedenkfeier fĂĽr Andreas Hofer beim Sandwirt im Passeier mit Beginn um 14.15 Uhr teilzunehmen.

Roland Lang
Obmann des SĂĽdtiroler Heimatbundes