APPELLO URGENTE PER NUSAYBIN di Gianni Sartori

 

Raccogliendo l’appello della Commissione Affari Esteri di HDP (Partito Democratico dei Popoli), l’Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI Onlus) chiede, in particolare a esponenti delle istituzioni e delle organizzazioni per i diritti umani, di partecipare a una delegazione che il più urgentemente possibile si rechi nella zona della città di Nusaybin, sotto coprifuoco totale (24 ore) da ormai quasi 80 giorni. 

Questa la situazione: 

mentre da giorni l’esercito turco bombardava indiscriminatamente interi quartieri, il 26 maggio le Unità di Protezione Civili (YPS) curde dichiaravano pubblicamente di aver lasciato la città il giorno precedente per evitare ulteriori sofferenze alla popolazione civile. Ma, nonostante questo gesto unilaterale di cessate il fuoco da parte delle YPS, gli attacchi si sono ulteriormente intensificati.

Mentre le unità speciali della polizia turca e i militari continuano a bombardare e sparare, HDP e alcune organizzazioni della società civile stanno cercando di impedire che qui si ripetano altri massacri come quelli avvenuti a Cizre dove circa almeno duecento persone erano state bruciate vive negli scantinati dalle forze di sicurezza. In particolare tentano di garantire un’uscita di sicurezza dall’area assediata per i civili. 

In base ai dati forniti da HDP una settantina di persone, tra loro molti bambini, erano riuscite a uscire dalla città, ma sono state immediatamente fermate e arrestate dai turchi. Avvocati, familiari e il deputato di HDP di Nusaybin, hanno dichiarato che molti dei fermati sono stati sottoposti a tortura. 

Una conferma che le esibizioni di umanità da parte delle forze di sicurezza nei confronti dei prigionieri (come quelle che si sono viste nei media) sono solo propaganda. 

Intrappolati sotto i bombardamenti o torturati nelle mani dei carcerieri, gli abitanti di Nusaybin sembrano non avere scelta. Per questo HDP chiede alla Comunità internazionale di “di tenere sotto attenta osservazione la situazione a Nusaybin e di usare tutti i mezzi a sua disposizione per fermare le torture alle quali sono sottoposti i detenuti e fermare il fuoco e il bombardamento indiscriminato contro la città”. 

E’ quindi quanto mai urgente che una delegazione qualificata si rechi al più presto a Nusaybin per verificare quanto sta avvenendo e impedire ulteriori violazioni dei diritti umani.

Gianni Sartori 

nota: si precisa che i costi saranno a carico di chi decide di aderire all’appello. I gruppi di osservatori saranno di piccole dimensioni (3-4 persone) e l’adesione va data entro il 2 giugno (a UIKI Onlus – http://www.uikionlus.com/ )

 

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