NICULAIU BATTINI (Ghjuventù Indipendentista) vs. Stato Francese – (traduzione di “Lancelot”)

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Dichiarazione di Niculaiu Battini davanti alla Corte d’Assise Speciale di Parigi (28 settembre 2016)

 

Signore e signori magistrati dello Stato francese,

Mi chiamo Niculaiu Matteu Michele Battini. Sono nato a Parigi il 12 settembre 1993 nel seno della Diaspora corsa e sono cresciuto fra Bustanicu e Corti, in Corsica, dall’età di 4 anni fino al giorno della mia incarcerazione all’età di 19 anni.

In questo momento sono studente per corrispondenza iscritto al terzo anno della Facoltà di Lingue, Letteratura e Civiltà straniere e regionali all’Università della Corsica.

Membro ri-fondatore di Ghjuventù Indipendentista, nominato membro d’Onore durante l’Assemblea Generale del luglio 2013, sono stato eletto rappresentante per gli studenti della filiera di Lettere durante le elezioni generali del gennaio 2016. Sono stato incarcerato il 31 maggio 2013 e oggi ho 23 anni.

Accetto di comparire davanti a voi in quanto prigioniero politico, rifiutando sin dall’inizio ogni abuso di linguaggio come l’impiego della definizione infamante di “terrorista”. Intendo parlare a nome delle migliaia di giovani patrioti che dividono le nostre aspirazioni identitarie, progressiste, sociali e di emancipazione. Il tradimento di qualche vile personaggio, ancora ieri al fianco di coloro che oggi essi accusano, vi ha permesso di implicarmi e di farmi conoscere tre anni e mezzo di esilio carcerario prima di questo processo.

Oggi, a viso scoperto, assumo le mie responsabilità e le conseguenze dei miei atti senza opporvi altra arma che questa mia dichiarazione.

Ho aderito alla causa del popolo corso sapendo perfettamente a cosa mi esponevo. Non è certo la mia personalità o i presunti atteggiamenti aggressivi che mi hanno posto a sostenere e a promuovere dei mezzi di lotta violenti ed illegali. In effetti, io sono meno appassionato ai fucili che alla poesia o alla letteratura. Sarebbe vano, ipocrita e per lo meno ridicolo evocare la resistenza clandestina riducendola a una volgare analisi di profili psicologici senza parlare mai del contesto conflittuale che l’ha resa necessaria. Se dei patrioti corsi hanno fatto ricorso alle armi contro lo Stato che voi rappresentate, due secoli e mezzo di oppressione linguistica, di schiacciamento culturale e di autoritarismo centralista ne sono stati la ragione. La Nazione corsa esiste e non sarà mai la parte di un altro paese. La Storia ci ha trasmesso una Lingua, una Bandiera, una  Terra, un’eredità nazionale e il dovere di difendere i nostri Diritti naturali all’Autodeterminazione all’interno dell’Europa dei Popoli, di fronte a coloro che arrivano persino a negare la nostra esistenza.

“La Corsica non è un dipartimento francese, è una Nazione vinta che rinascerà” scriveva Saveriu Paoli nel 1914. Un secolo più tardi, nel dicembre 2015, con un voto democratico, al termine di un lungo periodo di resistenza e di lotta, il Popolo corso ha fatto di questa speranza una realtà eleggendo un Governo nazionalista. La Catalogna, i Paesi Baschi, la Scozia, l’Irlanda del Nord, la Corsica e tanti altri Paesi: in tutta Europa si stanno svegliando le Nazioni culturali contro gli Stati-nazione, la diversità linguistica con il monolinguismo, la democrazia locale contro la tecnocrazia centralista. E’ ineluttabile, il Popolo corso sarà riconosciuto e altrettanto i suoi diritti.

Io pagherò il prezzo di questo mio impegno senza alcun rimpianto. Io dichiaro di non avere che un Paese, la Corsica. Confermo il mio impegno patriottico, il mio sostegno attivo alla resistenza e la mio adesione al processo di smilitarizzazione iniziato dal FLNC nel 2014. Io affermo che la mia fedeltà è riposta nell’attuale Governo corso, essendo questa la sola autorità politica davanti alla quale piegherò il ginocchio.

Per finire, il mio onore di patriota mi impedisce di riconoscere questa Corte.

Potete condannarmi pesantemente e costringermi a purgare la mia pena, ma tutto questo non vi porterà a ottenere il mio consenso, la mia sottomissione o il rifiuto delle mie idee. Mi assumo la responsabilità di quello che ho potuto dire, scrivere o fare, prima e durante la mia detenzione, al servizio del mio Paese.

Fate il vostro dovere, signore e signori membri della Corte.

Io, per quello che mi riguarda, sono convinto di aver fatto il mio.

 

Niculaiu Battini

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